Una delle più grandi sfide della medicina nelle ultime generazioni è quella di superare le limitazioni fisiche, dovute a problemi agli arti o ad altre aree del corpo interessate da traumi o da malattie ereditarie che ne impediscono il movimento. In questi anni, grazie alla massiva ricerca applicata al tema, l’ingegneria biomedica ha effettuato grossi progressi, assistendo sempre più persone con deficit motori. Il prodotto più recente arriva dal Giappone e il suo sviluppo è stato curato dall’azienda Cyberdine: il suo nome è Hybrid Assistive Limb (abbreviato con la sigla HAL) e consiste in un esoscheletro robotico indossabile in grado di rispondere agli input provenienti dal sistema nervoso centrale.
La costruzione dei prototipi e le sperimentazioni sono iniziate nel 2012, e in particolare a partire da ottobre 2012 HAL è stato testato da circa 130 istituzioni mediche in tutto il Giappone. In questo lasso di tempo, sono state sviluppate due versioni di HAL: la prima, denominata HAL 3, consente il movimento delle sole gambe, mentre HAL 5 può essere indossata completamente dal paziente e facilita il movimento di gambe, braccia e busto.
Tra le caratteristiche più importanti della tuta vi è quella di permettere a chi la indossa di trasportare con facilità un peso 5 volte maggiore rispetto a quanto poteva essere trasportato senza indossare la tuta; ciò lascia comprendere come il dispositivo tecnologico non sia solamente finalizzato ad aiutare le persone disabili con deficit motori, bensì anche ad ampliare le potenzialità dei muscoli dell’individuo.
Il funzionamento dei dispositivi HAL è molto complicato e si basa su principi chimici, fisici e biologici molto articolati, ma è possibile schematizzarlo nel seguente modo: quando la persona decide di mettere in moto i muscoli volontari, il sistema nervoso centrale invia degli impulsi nervosi ai muscoli mediante motoneuroni, i quali stimolano il movimento del tessuto muscolare; questi biosegnali, tuttavia, rilasciano una debole energia anche sulla superficie della pelle, la quale viene percepita da un apposito sensore integrato nella struttura di HAL. La percezione del biosegnale induce il movimento di HAL, il che rende la macchina un vero e proprio sistema muscolare artificiale, che ha tempi di latenza praticamente nulli.
Il funzionamento di HAL, tuttavia, non finisce qui: lo strumento, infatti, può essere anche controllato dall’esterno, attraverso degli opportuni comandi. Grazie a questa importantissima caratteristica, dunque, HAL è diventato il primo esoscheletro al mondo a funzionare con un sistema ibrido.
Dopo ben 5 anni di prove e test, nei primi mesi del 2017 HAL ha conquistato prestigiosi riconoscimenti. Infatti, lo scorso febbraio il robot ha ricevuto un attestato globale di sicurezza, mentre di recente ha ottenuto il certificato di conformità di tipo EC in Germania. Questo importante traguardo apre certamente nuove prospettive per l’utilizzo nell’immediato futuro di strumenti tecnologici sempre più compatibili con l’organismo umano in grado di consentire o migliorare il movimento. Fonte: Dailymail
3 risposte
TROVO INTERESSANTE HAL VORREI PROVARLO PER VEDERE SE RISOLVE MIO PROBLEMA DI DEAMBULAZIONE INQUANTO AFFETTO DA POLIOMIELITA AGLI ARTI INFERIORI POSSO SAPERE A CHI RIVOLGERMI?
SALUTI
Grande passo per tutti..Siamo sempre,giovani e vecchi ,in qualunque momento, soggetti a dover misurarne la velocita’,l’andatura,la cadenza, l’alzata,il calcolo del vuoto,la resistenza ,il piacere,la bellezza ed il conforto. É cosa meravigliosa. Se ci manca per un attimo,sale la tensione . Il senso del vuoto colpisce il nostro tutt’uno e nasce in noi i, il bisogno sommo di possederlo appieno. Grazie e buona vita a chi da’sollievo a chi non può usufruirne pienamente! Sergio Saltetto.
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Salve, vorrei sapere se è possibile provarlo per un soggetto con sclerosi multipla e se c’è una sede a Napoli. Attendo una risposta. Grazie