L’Amt, l’azienda di Mobilità e Trasporti di Genova, complica la vita agli utenti e in particolar modo ad anziani e disabili. Sui nuovi mezzi pubblici del capoluogo ligure, gli over 60 e le persone con deficit motorio devono conquistare il posto a loro riservato con la forza delle braccia o l’aiuto di qualche volenteroso. Per potersi sedere, infatti, occorre salire ben due gradini alti 20 cm ciascuno. Un’impresa nell’ora di punta e un gran rischio per l’incolumità dei passeggeri. Basta un fosso, una curva presa un po’ più velocemente e ci si ritrova per terra.
Claudio Puppo, presidente della Consulta regionale handicap, sottolinea che la situazione è insostenibile per anziani e disabili: “Si sta come pappagalli appollaiati su d’un trespolo. Chi ha progettato questi mezzi ha fatto il minimo sindacale: ha rispettato la legge, perché i posti per anziani e disabili sono assicurati, però non ha realmente pensato all’utente che deve usufruirne”. Impossibile non essere d’accordo: le postazioni riservate sono alte e scomode. Chi le ha pensate e realizzate non si è messo nemmeno per un minuto nei panni di un portatore di deficit motorio o di un anziano affaticato dall’età.
Considerando che la Liguria e Genova hanno una percentuale di cittadini anziani tra le più alte di tutta Italia, sarebbe opportuno che il Comune istituisse tavoli permanenti di collaborazione con le associazioni e le ditte di trasporto pubblico in modo da trovare soluzioni efficaci. In realtà sono più di 10 anni che le amministrazioni non coinvolgono i rappresentanti delle fasce più deboli e a rischio della popolazione. Continua Claudio Puppo: “Comprano mezzi belli esteticamente, però già vecchi, usati e con standard antiquati per la sicurezza e il comfort dei disabili”. Gli aspetti negativi non riguardano solo la circolazione cittadina, ma anche i bus collinari. Questi mezzi sono completamente inaccessibili ai disabili perché non hanno alcun tipo di dotazione per agevolare la loro salita. I portatori di handicap devono accontentarsi di due Pollicino anni ‘70. Cioè circa 25 posti per 1.200 iscritti ad associazioni per disabili.
Sempre secondo Puppo è pessimo perfino il rapporto qualità/prezzo: “I due pulmini ci costano 350mila euro all’anno di manutenzione, per poi fare un massimo di cinquemila corse l’anno. Paghiamo 70 euro a corsa, in pratica. E pensare che ci dissero che i Pollicino erano provvisori”. L’unico passo in avanti a tutela dei disabili è stato l’acquisto e l’installazione di pedane manuali al posto di quelle elettriche che si bloccavano sempre impedendo ai portatori di difficoltà motorie di prendere l’autobus e raggiungere in maniera dignitosa la propria destinazione.
I nuovi autobus di Genova non sono piaciuti nemmeno ai normodotati che sui social metwork si sono lamentati per i corridoi angusti e per il malfunzionamento: porte che non si chiudono, freni usurati e condizionatori rumorosi. Fonte: Genova.repubblica